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Mettere ordine

04 martedì Giu 2019

Posted by Francesco in Strada, Teatro

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Accademia Minima, Caracciolo, Chiantese, De Ribeira, Francesco Chiantese, Lettera, Stare in soglia, Teatro dei sintomi

Ho cominciato a mettere ordine tra le mie conoscenze sull’arte che ha attraversato la mia Napoli; sono pieno di sensazioni strane al riguardo.
E’ un percorso a ritroso che ho fatto con la musica, in primo luogo, e con la letteratura poi; ovviamente con il teatro, anche se quello è un ambito che ho in qualche modo vissuto da un punto di vista differente, interno.
Da una parte mi rendo conto che c’è un universo da imparare; dall’altra avanzando mi riempio di un senso di familiarità.
Molte di queste opere, o piuttosto, molti dei segni di questi artisti mi appartengono.
In questo momento sto riguardando immagini di Battistello Caracciolo (come questa fuga di Pietro), ma potrei parlare di Velasquez, Caravaggio, De Ribeira.
Di quest’utlimo un me tredicenne vide un’esposizione da cui rimase folgorato (nel 1992, Castel Sant’Elmo) e dalle cui sensazioni non mi sono mai liberato; e dire che, all’epoca, la cosa che mi spinse ad andare a vedere quei capolavori fu la curiosità di osservare i lavori di uno che era “immigrato” a Napoli per far crescere la propria arte, sulle orme mi dissero di Caravaggio.

Ho amato molto l’arte del medioevo toscano; quelle superbe madonne che conosciamo solo incise dalle trame del legno, e che amo osservare da vicino, vicinissimo, fino a veder sfogliare la pittura.

Amo più di tutti Rothko…Klee…

Eppure nessuno di questi amori mi mi è entrato dentro quanto quelle prime opere, vissute quasi distrattamente, nella mia Napoli; forse, quegli autori, hanno respirato la mia stessa aria, metabolizzato le stesse geometrie di vicoli, antroni di palazzi, budelli di strade che si attorcigliano su se stesse e d’improvviso ammettono in se l’infinito del mare o del cielo scevro di costruzioni.

Non so; non ho strumenti per spiegarmelo in maniera razionale.

Eppure guardo queste opere e guardo il mio teatro.
Questo è completamente compreso in esse.
I maestri, le teorie che ho adottato e rinnegato, sono tutte comprese nel lavoro di quegli artisti incontrati in adolescenza.

Come se il teatro mi veniva prestato proprio in quei giorni, ne fosse intriso; e come se tutto ciò che arrivato dopo sia servito solo ed esclusivamente a mettere ordine in qualcosa che mi era stato messo dentro dalla mia città.

In essi posso vedere i corpi di Grotowski; la concrezione delle idee di Artaud; i training di Claudio Ascolii; la necessità stereoscopica degli spettatori di Barba; gli abiti di scena sporchi di Michele Del Grosso; l’apparente semplicità iconica di Brook; la materialità di Kantor; le soluzioni sceniche fedeli a se stesso di Nekrosius.

Ritrovo perfino quel gusto per le luci materiche ed inconsistente che scelgo per i miei lavori e che rendono la vita difficile a telecamere e macchine fotografiche.

Appunto allora nel mio brogliaccio tre cose:

1) L’arte performa l’individuo aldilà della sua comprensione delle opere; per lo stesso motivo per cui in alcune religioni si leggono i testi sacri ai bambini, convinti che quelle parole incomprese agiscano ugualmente, dovremmo far nutrire sempre bambini ed adolescenti, ma anche giovani, adulti ed anziani di bellezza.

2) I maestri hanno anche la funzione di mettere in ordine, suggerire percorsi di riconoscimento e consapevolezza, negli elementi della biografia dei propri allievi; non sempre ci rendiamo conto autonomamente della relazione creativa tra cose che ci portiamo dentro e che ci appartengono.

3) Ho vissuto Napoli troppo poco; l’avessi vissuta di più sarei stato più ricco, sicuramente.

(Appunti per “Lettera – per coloro che mi lasciano restare in soglia”; in uscita a fine estate)

#lettera #appunti

Battistello (Giovanni Battista) Caracciolo, Fuga di San Pietro, 1608/09, Pio Monte della Misericordia, Napoli;
Jusepe De Ribera, Maddalena Ventura con il marito e il figlio (1631). Fundación Duque de Lerma, Toledo;

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La voce amplificata. Con @zazabensi per @accademiaminima presso lo studio @octomusic.san_quirico_d_orcia di @a.marcucci per registrare alcuni spot pubblicitari. Nella bottega di Accademia Minima ci si confronta con il mestiere reale dell'attore.
Cattivi. Qualche scatto dalla replica alla Corte dei Miracoli a Siena. Saremo in scena Sabato 16, Ottagono, San Quirico d'Orcia ore 21.30 Domenica 17, Sala Teatro Pro Loco, Castiglione d'Orcia ore 21.30 Prenotazioni posta@accademiaminima.it 3396338565 (whatsapp/SMS). #castigliondorcia #sanquirico @ufficioturisticosqdorcia @proloco_castiglione_dorcia #valdorcia #amiata
Cattivi, convivere con l’orrore. di Francesco Chiantese con Sara Bogi, Sara Bensi, Simona Dominici, Giampaolo Colantone, Veronica Saglimbeni per la regia di Francesco Chiantese prodotto da Accademia Minima Cinque figure si tengono compagnia, tra un brindisi, un banchetto, un ballo ed un gioco, all’interno di un luogo fuori dallo spazio e dal tempo; le loro biografie si snocciolano lentamente e con semplicità davanti al pubblico. Sono biografie di donne ed uomini orribili. La loro vita è finita, da quanto tempo non ci è dato di saperlo, quello che resta sono i tratti più complessi del loro vissuto.Non sanno di sé stessi che i propri peccati, e solo quelli possono mostrarsi a vicenda, ripetutamente, per sempre. Al pubblico il compito di emettere un giudizio, oppure di astenersi dal farlo. Cattivi; nasce da una riflessione sull’orrore, quando entra nelle vite delle persone (per scelta o per caso) e finisce con l’essere l’unica cosa che conosciamo di loro, l’unico elemento della loro vita altrimenti ordinaria che diventa straordinaria e di dominio pubblico, tanto che non possiamo fare altro che identificarli con quello che di tremendo hanno compiuto o hanno vissuto. Uno spettacolo che congiunge orrore e tenerezza, incubo e misericordia. Siena, Corte dei Miracoli, 8 novembre 21.30 San Quirico d'Orcia, Ottagono, 16 novembre 21.30 (Festa della Toscana) Castiglione d'Orcia, Teatro della Pro Loco, 17 novembre 21.30 (Festa della Toscana) Prenotazioni NECESSARIE visto il numero limitato di spettatori whatsapp: 339/6338565 / mail: posta@accademiaminima.it @cortedeimiracoli @accademiaminima #accademiaminima #valdorcia #teatrinochigi #sanquiricodorcia @castiglionedorcia #unisi #dsusiena
Conosco Conosco bene il rumore dei carri armati, perché mi terrorizzano. Conosco bene le immagini della distruzione, perché ne ho viste tante. Conosco bene il vestito nero di chi uccide. Ma so anche del vestito nero delle madri che piangono i loro figli, perché succede ancora. Conosco bene i giochi e le promesse dei potenti, perché ho aspettato tanto. Conosco bene l‘ ingiustizia, perché è ancora troppo presente. Conosco molto bene cosa vuol dire sognare, perché non ho smesso mai di farlo. Fuad Aziz Condivido con voi le parole di Fuad; pittore, illustratore, poeta, amico, curdo, compagno di avventure. Le condivido perché mi hanno ferito della ferita lacerata e lacerante dell'impotenza. Cosa posso fare io? Cosa possiamo fare noi? Cosa possiamo fare per fermare questa ruota? Non lo so, mi sento impotente, posso solo per adesso far girare queste parole sperando che feriscano anche voi. Ed abbracciare in Fuad questo grande popolo senza confini. Fateci caso; sono i popoli costretti alla diaspora, che si sono nutriti della diaspora, ad essere quelli che fanno più paura i primi a subire tutti i tentativi di annientamento. La loro stessa esistenza mina l'idea che non ci siano alternative alla gestione del potere attraverso i confini. #curdi #fuadaziz #siria #noguerra #noconfini
Abiti sacri #accademiaminima #operai #monaci
Eh... finalmente si ripassa in Bottega! #sanquirico #merenda #ciboitaliano #valdorcia

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